Bombetta n. 4 – Tiramisù a Trastevere

tiramisù a trastevereCi sono dei mercoledì sera che hanno un sapore diverso, più dolce, come di venerdì, o… di tiramisù. 😛

Come quando hai avuto una giornata strana, vuoi solo fonderti col divano, guardare legalmente la tua serie tv preferita – magari un bel rewatch, niente di impegnativo, giusto per sciacquare i neuroni – e arriva all’improvviso un messaggio di un’amica drogata di dolci che dice: Andiamo a mangiare il tiramisù a Trastevere?

Scusa, hai detto Trastevere? No, perché se abiti a 10 km da Trastevere, ed è mercoledì, arrivarci solo per mangiare un tiramisù è un po’ na cazzata, o un azzardo, per essere più principesse e meno camioniste. Poi la scimmietta che hai sulla spalla ti fa toc-toc e iniziata a tentarti: la primavera romana, i sanpietrini, l’aria che profuma di fiori, il ponentino, i vicoletti e soprattutto… il tiramisù di Tiramisù a Trastevere – eh lo so che è cacofonico, ma abbiate pazienza, mica il nome del locale l’ho scelto io. 😀 Gli argomenti della scimmietta sono inattaccabili, così mi faccio una doccia al volo, metto un paio di scarpe comode e via, a prendermi ‘sta botta di vita e di zuccheri.

Tiramisù a Trastevere è un locale piuttosto piccolo – poco più di un bancone e lo spazio per quattro-cinque sgabelli, e quando arriviamo c’è già una discreta fila. La particolarità di questo posticino è la preparazione espressa del tiramisù, scelto tra quelli del ricco elenco esposto. Quest’anno sono particolarmente sensibile al fascino della frutta di stagione, così scelgo un tiramisù alle fragole, naturalmente con relativa massiccia dose di mascarpone – nessuna illusione, dunque, di rimanere leggera. L’amichetta tentatrice scegli un tiramisù ai Pan di Stelle – oddio, non starò mica facendo pubblicità occulta? -, che credo sia la cosa più cioccolatosa ever.

preparazione tiramisù a trastevere

Tiramisù a Trastevere è un locale giovane, per grandi e piccini, con un’idea di base – quella della preparazione espressa – innovativa e senza dubbio di richiamo. Unica pecca, se posso permettermi, l’attesa forse un po’ troppo lunga, dovuta probabilmente alla presenza di una sola persona dietro il bancone, ma poco male.

Di quella sera mi resta il sapore di primavera delle fragole e di un’ottima crema al mascarpone, oltre la soddisfazione personale di non essermi fatta rapire dal mio accogliente divano, lo stesso da cui sono scappata diverse domeniche fa per andare a scofanarmi un bell’hamburger. Sono l’incarnazione umana della pigrizia, ma ogni volta, quando decido di farmi trascinare fuori da qualche promessa appetitosa, non ho mai motivo di pentirmene. E voi? Siete più pigri o più golosi?

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