Osteria Bonelli batte famelica uno a zero

fusilli al ferro alla carbonara osteria bonelli

Anche se ho lasciato da quel dì il natio borgo selvaggio, continuo a provare un sincero affetto per la mia città d’origine e per il gruppetto di persone con cui ho mantenuto un legame sopravvissuto agli oltre dieci anni della mia emigranza. Se quando torno a Foggia mi piace rispolverare la lussuriosa pizza della Grotta Azzurra, quando gli amici di sempre passano a trovarmi nella Capitale, mi piace trascinarli nelle mie scorribande enogastronomiche.

Abbastanza ovvio che vogliano assaggiare la cucina romana, di cui ho imparato ad amare l’anima unta: come non impazzire per i broccoli fritti di Betto e Mary? Stavolta il passaparola mi ha spinta verso un altro tempio delle calorie e del gusto, l’Osteria Bonelli.

Gli intenti bellicosi di questo luogo sono evidenti sin dal nome: la parola osteria non rimanda certo a porzioni striminzite né a preparazioni dietetiche. Insomma, famelica, pane – unto – per i tuoi denti.

È sabato sera, prenoto per cinque. Arriviamo puntuali come una cartella di Equitalia, e mi affaccio per chiedere del nostro tavolo. Il ristorante è strapieno. Ottimo, penso, o sono tutti cretini o qui si mangia davvero bene. Aspettiamo qualche minuto, poi ci fanno entrare. La sala è piena di gente che chiacchiera, ride, beve e – ma va? – mangia. Noto subito le porzioni abbondanti, e ovviamente sorrido. 😛

All’Osteria Bonelli non ci sono menù sui tavoli: solo una lavagnetta, di quelle piccoline, che mi ricorda tanto la lavagna che avevo da bambina e con cui facevo lezioni di grammatica ai miei peluche, schierati a coorte sul mio lettino, o sul tappeto, o su qualsiasi superficie dalla quale potessero leggere ciò che scrivevo, convinta che mi ascoltassero.

antipasti della casa osteria bonelli

La lavagna dell’Osteria Bonelli non ospita assurde regole grammaticali, ma i piatti del giorno: un elenco sterminato di antipasti, primi, secondi, dolci e contorni che spaziano dalla tradizione culinaria capitolina a ricette più fantasiose e innovativi. Prima di tutto ordiniamo acqua e vino della casa, ovviamente rosso. Solitamente diffido del vino della casa, ma credo che poche cose facciano allegria come una brocca piena di rosso, soprattutto se si svuota in meno di quindici minuti. 😀

Leggiamo e rileggiamo i piatti, e decidiamo di farci subito del male ordinando gli antipasti della casa. La cameriera ci consiglia di prenderne tre, anche se siamo in cinque. Ma come? La mangiatrice professionista che è in me ha un moto d’orgoglio e chiede: Perché, scusi? La cameriera, che evidentemente non sa con chi sta parlando, risponde: Perché altrimenti non lo finite. Segue sguardo interlocutorio tra colleghi di masticazione. Ok, lavora qui, in fondo potrebbe sapere ciò che dice. Accettiamo e andiamo avanti.

Effettivamente, la cameriera aveva ragione. Al nostro tavolo arrivano: alici fritte, burrata, baccalà in pastella, olive ascolane – le migliori che abbia mai mangiato in vita mia – salumi e formaggi misti, verdure grigliate, caponatine varie, fiori di zucca fritti e delle deliziose scamorzine affumicate avvolte nello speck. Credo sia tutto, anche se forse ho scordato qualcosa. Ok, cameriera 1 famelica & co. 0.

Ma veniamo ai primi. Punto sul classico e opto per i fusilli al ferro alla carbonara. Arriva il mio piatto e capisco subito di aver esagerato con gli antipasti. Del resto, mi ero già accorta che le porzioni erano abbondanti, ma ho ordinato con gli occhi e non col cervello, e mi ritrovo a chiedermi se ce la farò mai a finire quel piatto: lo spero con tutta me stessa, perché il guanciale croccante e la cremina col pecorino sono davvero da svenire. Vi prego, non giudicatemi! Sappiate soltanto che mi sono battuta con tutte le mie forze, e che desidero ardentemente tornare all’Osteria Bonelli per sconfiggere quei cinque fusilli a cui ho permesso di mettermi KO.

Ma non sono stata la sola, e ho perso con onore: l’ingegnere biondo, grande amante della trippa, ha dovuto lasciarne qualche boccone nel piatto, così come gli altri colleghi di masticazione, battuti da altri due pesi massimi della cucina dell’Osteria Bonelli.

Insomma, bisogna tornare e vendicarsi, senza fare prigionieri, magari rinunciando o diminuendo gli antipasti per puntare dritti al cuore del menù. Qualche volontario?

osteria bonelli biglietto da visita

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2 pensieri su “Osteria Bonelli batte famelica uno a zero

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