Come in un circolo – vizioso? Virtuoso? Chissà… – i panzerotti di Nonna Lia mi hanno fatto venire una voglia matta di pizza. Non di una pizza qualunque, ma di una pizza in grado di soddisfare i miei elevati standard qualitativi pugliesi. Sì, sulla pizza – come sul caffè – sono piuttosto esigente. Da quando sono a Roma, poi, ancora di più. Non amo la piadina… ehm, scusate, la pizza romana, così sottile che ti si frantuma tra le mani se è troppo cotta o si appallottola come un chewing gum se lo è poco. Occhei, forse ho esagerato, ma il senso è chiaro, no? 😀
A Roma mi sento sempre un po’ orfana di pizza: forse perché mi vengono in mente luoghi storici della mia infanzia e adolescenza come la pizzeria Grotta Azzurra, ve la ricordate? Facciamo un minuto di nostalgico silenzio. Per rimediare alla mia impellente necessità di pizza, ho deciso di mettermi alla ricerca di una adeguata consolazione per le mie papille solitarie e il mio triste stomaco vuoto – anche se per poco.
Stavolta cooptare l’ingegnere biondo è stato più difficile del previsto: nonostante in palio ci fossero pizza, supplì e patatine fritte – slurp! -, cercava di ricordarmi che siamo nel bel mezzo dell’estate, e che avrebbe voluto mangiare un po’ meno in vista di eventuali gite al mare.
Ma come sapete bene, il mio senso del dovere è incorruttibile, e in nome di quel dovere siamo andati a provare Sforno. Su Sforno esistono decine e decine di recensioni, perlopiù positive se non entusiastiche, e a ragione. La pizza di Sforno è davvero spettacolare. E ve lo dico così, a bruciapelo, senza troppi giri di parole!
La signora che vedete in alto era la mia pizza gorgonzola, patate, mozzarella e timo, mentre questa bella rossa è la capricciosa del mio ingegnere.
Sottile – ma non troppo al centro – bordo alto e scrocchiarello, un po’ bruciacchiato come piace a me. Lasciatemi qui, vi prego, e portatemi pizze a oltranza, finché non vi dico di smettere – sempre se dovesse accadere.
Naturalmente, prima delle pizze ci siamo tolti qualche sfizio: delle patatine fritte sfogliate e un paio di supplì, uno classico al ragù e uno alla gricia. Da Sforno ne troverete un vasto assortimento, tutti serviti ben caldi – se non ti ustioni la lingua godi solo a metà – e dalla panatura asciutta e croccante.
Occhei, lo ammetto, quando è arrivata la pizza un po’ la fame mi era passata, ma nonostante questo l’ho trovata strepitosa, sia per l’impasto che per gli ingredienti. Mi sono fatta onore portando a termine la mia missione, naturalmente facendomi aiutare da una birra. Non ho assaggiato le birre artigianali, purtroppo, ma questo mi dà un ulteriore scusa per tornare da Sforno. 😉