Tutti ne parlano, tutti lo vogliono, ma che cos’è lo street food? Ne esiste una definizione? Che cosa è street food e cosa no? Dove è possibile, a Roma, mangiare del buon cibo di strada?
Lo street food (o, se siete nazionalisti “cibo di strada”) nasce come
fenomeno popolare, già di massa per i costi contenuti, la semplicità dei piatti, e l’uso di materie prime locali – o come diremmo oggi: bio e a chilometro zero. Non a caso, alcuni esempi di street food sono tanto le gigantesche arancine siciliane quanto i deliziosi panini de jamón serrano, distribuiti sulle strade di città e paesi da generosi furgoncini.
Ma dove mangiare cibo di strada che non sia la solita pizza di cartone che resta sullo stomaco all’infinito e oltre?
Per cominciare, vi segnalo due posticini niente male dove poter dare libero sfogo alle vostre papille gustative.
Un classico dello streed food: il greco Kalapà al Pigneto
Kalapà oramai è il greco al Pigneto per antonomasia, un vero e proprio classico (qui il sito web).
Dopo un’attesa media di quindici minuti – assolutamente ripagata – potrete addentare una gustosa pita o una patata ripiena condita con ogni ingrediente possibile. Ricordatevi però di prendere dei bicchieri di plastica e di riempirli d’acqua alla piccola fontana interna, perché tra tzatziki e cipolle ne avrete davvero bisogno; poi sedetevi comodi sui gradini di una traversa di via del Pigneto – occhio a dove! -, chiudete gli occhi e aggredite la vostra cena. Soddisfazione garantita.
Family Food: il furgoncino più buono che c’è
Se invece volete il classico panino, vi consiglio di provare il furgoncino di Family Food (qui il sito web).
Anche in questo caso, cari street foodies, dovrete adattarvi e cercare una panchina o un gradino dove consumare indisturbati il delitto ai danni dei vostri fegati. Il mio delitto io l’ho consumato a Chieti, più precisamente allo Street Food Time.
Ma come?, dirà qualcuno, non avevi detto che parlavi dello street food a Roma? Certo che sì: i ragazzi di Family Food di solito sollazzano i palati capitolini, ma da bravi street fooder si spostano di festival in festival per far conoscere le loro leccornie.
Proprio in uno di questi festival ho avuto modo di assaggiare l’Amatriciano, che già solo il nome è tutto un programma: pomodoro, pancetta, lattughino, cipolle caramellate e pecorino – insomma, una vera e propria poesia.
Ecco, da ora avete la risposta pronta per i vostri amici quando vi faranno la fatidica domanda del sabato: che facciamo stasera?