Da pochi giorni sono entrata a far parte del team di B-eat Digital Kitchen, e sono veramente contenta di questa cosa. Non solo perché ho una mail tutta mia con una firma che dice che sono una copywriter e social media manager, ma anche perché, occupandomi di marketing per il food, ho un’ulteriore scusa per bazzicare posti e situazioni in cui strafogarmi con eleganza.
Qualche giorno prima di intraprendere questa ulteriore ramificazione del mio cammino verso l’obesità, ho proposto alla mia amica Giulia (la stessa che avevo cooptato per la pasta all’Aloe vera) di venire con me a provare Ciacco e Bacco, un piccolo e ricercato angolo di gastronomia a pochi passi da San Lorenzo. Nel corso delle mie indagini, avevo letto svariate recensioni positive su questo posto, su diversi portali e siti di ristorazione. Inutile aggiungere quindi che ci avevo costruito su una serie di aspettative.
Siamo arrivate da Ciacco e Bacco verso le 20, stanche e affamate dopo un giro di shopping deludente: avevo appena scoperto che la 44 non mi sta più, e non c’era la 46 della gonna che mi piaceva tanto. Lei invece non aveva trovato la taglia giusta per una giacca. Insomma, per farvela breve, eravamo entrambe davvero molto tristi, oltre a essere stanche e ad avere fame. Cosa c’è di meglio di una bella mangiata e bevuta di gusto per rifocillare lo spirito e il corpo?Nulla. #famelicadixit.
L’ambiente che ospita Ciacco e Bacco è davvero piccolo: oltre al bancone – allestito come una vera e propria salumeria – c’è una manciata di tavoli che non arriva alla decina. Ma nel locale piccolo c’è il vino buono. E anche i salumi. E i formaggi… Tutto intorno alle pareti ci sono bottiglie e prodotti tipici della gastronomia italiana regionale, oltre a una serie di libri, consultabili durante le consumazioni. Mi colpisce subito l’internazionalità della clientela: solitamente sono scettica quando in un locale non sento parlare italiano, più che altro perché spesso è il segnale che sono inciampata in una vera e propria trappola per turisti, locali cioè progettati per spillare soldi e propinare piatti dalla qualità discutibile.
Mai come questa volta sono contenta di essere stata smentita. Camerieri cortesi e disponibili, porzioni abbondanti e prodotti di qualità sono stati la piacevole sorpresa di questo piccolo locale a due passi da San Lorenzo.
Chi già mi conosce e mi legge sa del mio amore per formaggi e salumi, già confessato nel mio racconto dell’abbondante aperitivo all’Ombralonga. Dopo una approfondita lettura del menu, quindi, era praticamente inevitabile per me scegliere un bel tagliere. Considerando i gusti di Giulia, non è stato affatto difficile convincerla ad assecondare la mia preferenza. Messe in guardia dal cameriere sull’abbondanza delle porzioni, optiamo per il tagliere medio.
Ma come, famelica, e il tagliere grande?!
Miei cari, se ho preso quello medio è solo perché volevo lasciare a un panino con caciocavallo di Ostuni che tanto mi stuzzicava lo spazio di cui aveva bisogno, cosa credete? 😛 Da brava pugliese DOC, non potevo certo privarmi della soddisfazione di assaggiare questo panino, che ha riportato le mie papille gustative ai sapori della mia terra.
Naturalmente, per accompagnare sapori tanto forti e decisi, è d’obbligo un bicchiere di rosso, Montefalco per me, Valpolicella per Giulia. Mangiamo e beviamo con soddisfazione, praticamente divorando tutto senza tentennamenti.
Di questo posto ho molto apprezzato la cura per i dettagli e l’atmosfera intima e raccolta, dovuta non solo alle piccole dimensioni del locale, ma anche alle luci calde e alla musica soffusa.
Sopra ogni altra cosa, però, ho apprezzato la ricotta salata affumicata e il caciocavallo di Ostuni. Scusate se vi sembro un po’ prosaica, del resto sono famelica, mica poetica. 😉
?…… .e buon appetito
😉