Bombetta n. 4 – Pausa pranzo all’Ambretta

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Da circa un mese sono tornata nel favoloso mondo del lavoro: quel mondo in cui la sveglia suona alle 7 del mattino, hai solo un’ora per mangiare – la pausa pranzo – e la giornata finisce massimo alle 23:30, se il giorno dopo non vuoi essere uno zombie.

Detta così sembra più tragica di quanto non sia in realtà, perché invece sono davvero contenta e soddisfatta di ciò che sto facendo, delle persone con cui lo sto facendo e dei piccoli successi che sto ottenendo. Fine del momento cuoricioso.

Questo rientro ha portato con sé un problema che avevo rimosso, quello di cosa mangiare durante la sopracitata pausa pranzo: insomma, se non vuoi campare di panini, kebab e dire addio al tanto sudato equilibrio gastrointestinale, devi assolutamente inventarti qualcosa, e alla svelta.

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Birstrò al Pigneto: birra e cucina artigianale

stinco di maiale - birstrò - Roma Pigneto by famelica

Nelle ultime due settimane mi sono sentita un po’ orfana: un calzino spaiato abbandonato su un comò per settimane, in attesa del ricongiungimento con il suo compare. Metafora scelta non a caso, e chi mi conosce sa dei miei calzini sperduti poi abbinati in modi improbabili causa disperazione.

Mi sono sentita come il suddetto calzino perché ero alla ricerca di un posto che soddisfacesse il mio desiderio lipidico e che sposasse il mio gusto. Dopo un paio di tentativi non andati a buon fine, e sui quali tacerò perché non sono (ancora) abbastanza famosa da potermi permettere stroncature, ho deciso di abbandonare i tradizionali metodi di ricerca e di affidarmi alla serendipità, ossia, per dirlo in modo potabile (comprensibile, formula dialettale foggiana), di affidarmi al caso, con ingegnere biondo al seguito: lui sostiene di essere ingrassato non poco da quando ho iniziato a scrivere questo blog… Secondo me è solo un ottimo alibi, voi che dite?  😛 Anyway, parlavamo del caso. Anche il caso, qualche volta, genera situazioni felici, come quel venerdì sera in cui sono capitata, da Birstrò al Pigneto.

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